Quindici miliardi di fondi Ue destinati al Sud e non ancora utilizzati. Il refrain è sempre lo stesso. Anche in questa fase di criticità resa ancora più gravosa dalla crisi energetica, geopolitica e post-pandemica, risorse comunitarie destinate al Mezzogiorno rischiano di andare perse.
La denuncia arriva dalla Svimez. “Si tratta – ha spiegato il direttore Luca Bianchi in una intervista al Messaggero – dei finanziamenti della vecchia programmazione targata 2014/20, per un totale di 50 miliardi a livello nazionale, e finora è stato speso il 60%. Nel dettaglio le risorse stanziate per il Sud ammontano a 35 miliardi e ne restano 15 da spendere entro la fine del 2023”.
All’incapacità di spendere il pregresso si somma quella di programmare il futuro.
“Il problema è che i fondi della vecchia programmazione, spiega Bianchi, sono stretti in una morsa tra l’avvento del Pnrr, che ne ha rallentato l’uso, e la necessità di “avviare anche la nuova programmazione alla fine di quest’anno” e su quest’ultimo fronte ci sono molti ritardi.
Il refrain, lo ripetiamo, rimane lo stesso: ci sono molte risorse da spendere ma manca la progettazione e la realizzazione. Secondo Bianchi “Serve maggiore coordinamento tra i vari piani per evitare spiazzamenti e sovrapposizioni ed è indispensabile un rafforzamento della Pa in termini di risorse e del personale specializzato o i fondi sarebbero a rischio”.