Animato da una logica di sistema, al Pnrr non può che rispondersi con proposte di sistema. La necessità di favorire sinergie di filiera e partenariati pubblico-privati emerge con chiarezza nel corso della giornata di lavori “Azioni Pnrr per le imprese: analisi dei bandi in corso ed in uscita” promossa da Unione Industriali Napoli, Fondazione Mezzogiorno e Campania Digital Innovation Hub tenuta mercoledì 16 marzo, a Palazzo Partanna.
Esperti, tecnici e responsabili del sistema bancario hanno illustrato agli imprenditori in presenza e in collegamento da tutte le territoriali del Sud tutti i principali strumenti dedicati aziende nel quadro del Piano, con focus su Credito di imposta, Contratti di sviluppo, Contratti di filiera agroindustriale, Partenariati estesi e Accordi per l’innovazione. Significativa la richiesta esplicitata da gran parte degli intervenuti di individuare dei “soggetti aggregatori”: al Pnrr le imprese non partecipano con automatismi ma solo attraverso progettualità in grado di riflettere interessi di interi territori e settori, tenendo conto del fatto che bisogna impegnare risorse ingenti in tre anni e completare i progetti in sei.
“La crisi che sembra non finire ci obbliga a una resilienza dinamica. Le destabilizzazioni successive alla pandemia – ha sottolineato Maurizio Manfellotto, presidente Unione Industriali Napoli – ci impongono di rivedere le cose e la crescita è destinata a essere ridimensionata. C’è chi ha invitato a riconsiderare gli strumenti messi in campo dal Pnrr. Noi, Insieme alla Fondazione Mezzogiorno e al Campania Dih, abbiamo avviato da tempo un percorso di ottimizzazione per le imprese centrato sul Piano. Chiediamo a tutti la più ampia collaborazione, la chiediamo oggi in particolare anche al sistema bancario che deve essere al fianco delle imprese non solo in termini formali, ne va del nostro futuro”.
“Insieme all’Unione Industriali Napoli e al Campania Digital Innovation Hub – ha messo in evidenza Marilù Faraone Mennella, componente del CdA della Fondazione Mezzogiorno – intendiamo fare da booster alle opportunità previste dal Pnrr. Si tratta di una irripetibile occasione per creare la necessaria discontinuità nei processi economici e sociali dei territori meridionali. I tempi dettati dalle misure del Piano sono strettissimi, abbiamo cominciato questo lavoro dal luglio scorso per farci trovare pronti e agevolare al massimo le imprese del nostro territorio attraverso una costante azione di accompagnamento e animazione e dare una riposta concreta alla diffusa esigenza di chiarezza e all’altrettanto diffuso bisogno di supporto operativo in merito alle opportunità inaugurate dal Piano”.
In collaborazione con il Digital Innovation Hub sono stati messi in evidenza gli strumenti a disposizione a sostegno dei percorsi di digitalizzazione delle imprese e le agevolazioni per l’implementazione delle tecnologie abilitanti previste dalla transizione 4.0. “Tutte le aziende possono adottare le tecnologie abilitanti 4.0, anche le più piccole. La tecnologia – ha affermato Edoardo Imperiale, direttore del Campania Digital Innovation Hub – è invasiva ma non invadente. Siamo a fianco dell’Unione e della Fondazione come tecnostruttura operativa in questo percorso avviato da tempo per l’innovazione del nostro sistema e dell’intero territorio”.
Ampia la presenza dei rappresentanti del sistema bancario, chiamato a svolgere un ruolo centrale a fianco delle imprese nella progettazione e realizzazione dei bandi inquadrati nelle diverse missioni del Pnrr. Sono intervenuti: Annalisa Areni, Regional Manager per il Sud di Unicredit, Vincenzo Serena, Responsabile Area Campania di BPM, Alessandro Lenoci, Responsabile commerciale direzione Campania, Calabria, Sicilia di Banca Intesa Sanpaolo, Eugenio Caniglia, Direttore Area Imprese Napoli e provincia di Banca Intesa Sanpaolo, Antonino Del Gatto, Chief Commercial Officer di Banca di Credito Popolare, Amedeo Manzo, Presidente Bcc Napoli e Carlo Napoleoni, Responsabile Divisione Impresa di ICCREA. Gli istituti hanno mostrato ampia disponibilità ad assistere il sistema delle imprese e, anzi, hanno richiesto alla Fondazione Mezzogiorno e all’Unione Industriali Napoli di fungere da elemento aggregante e di supporto a una azione più profonda e capillare degli stessi istituti.