L’aggressione della Russia al popolo ucraino, la guerra che travolge la vita delle persone e che non è mai stata così vicina anche a noi, ci richiama drammaticamente non solo alla solidarietà e a ogni aiuto concreto agli oppressi, ma ci presenta il conto delle nostre responsabilità in patria, perché purtroppo il gigantesco sommovimento geopolitico ed economico nel mondo non potrà che acuire le nostre storiche mancanze, a cominciare da quella che riguarda da troppo tempo e da troppe inadempienze i nostri territori.
La questione meridionale nell’ultimo decennio è stata sostanzialmente rimossa. La Fondazione Mezzogiorno, soggetto senza scopo di lucro che si propone di agevolare lo sviluppo delle regioni del Sud come strumento principale per la crescita, la ripropone con forza tra le priorità del Paese, facendo appello innanzitutto all’unità e alla coesione della classe dirigente economica e politica del Sud: il Pnrr, cioè gli aiuti europei a seguito della pandemia, assegnano alle regioni meridionali il 40 per cento delle risorse complessive destinate all’Italia ma, al netto degli investimenti nell’Alta Velocità, esse dipendono soprattutto dalla capacità progettuale di amministrazioni pubbliche e delle imprese private, da mettere in campo in tempi brevissimi.
Per questo è importante sollecitare e favorire la collaborazione tra i privati e le amministrazioni pubbliche. Napoli, ad esempio, solo con un forte impegno della Città metropolitana sui progetti di rigenerazione urbana può convincere il governo di Roma a prendere seriamente in esame la situazione debitoria del Comune. Per questo sono importanti le sinergie con le associazioni territoriali di Confindustria che stiamo mettendo in campo (quella di Napoli è già socia della Fondazione e la collaborazione operativa è già partita), così come gli accordi con associazioni che hanno una visione chiara e realistica della transizione ambientale come Coldiretti (con la quale abbiamo un accordo di partnership per il settore dell’agritech), con le Università del Mezzogiorno, con i centri di ricerca e con tutti i soggetti che hanno a cuore il rilancio del Meridione come premessa per lo sviluppo dell’intero Paese.
Per questo noi poniamo a disposizione delle imprese lo Sportello Pnrr sul nostro sito: vogliamo fornire informazione e percorsi progettuali in collaborazione con le grandi società di consulenza per mettere in condizione le imprese di avanzare proposte di politica industriale, (strumenti di incentivazione ed attrazione di investimenti, osservatorio sulla spesa pubblica), di tipo territoriale (progetti di sistema e di comunità) e di sviluppo imprenditoriale (investimenti e ricerca in forma aggregata, di filiera orizzontale o verticale o multiregionale);
Per questo vogliamo mobilitare la coscienza civile di tutti quelli che possono contribuire al colpo di reni che serve al Sud, a cominciare dalle classi dirigenti politiche e dai giovani non rassegnati alla tragica scelta tra reddito di cittadinanza, lavoro nero e criminalità.
Non avremo altre possibilità come questa, quindi evitiamo di dire che si poteva fare meglio: bisogna fare il meglio all’interno di questo Pnrr, e bisogna farlo bene e presto perchè la geopolitica sta cambiando l’agenda del mondo. Non ci sono alternative, oggi come un secolo fa: senza rilanciare il Mezzogiorno è l’Italia tutta che resta al palo. Non prendere in mano il nostro destino ora significa condannarci all’ennesimo fallimento annunciato, mentre l’Ucraina muore resistendo eroicamente e l’Europa rivede i fantasmi di un passato che pensavamo fosse per sempre alle nostre spalle.